Su cortese ma imprudente invito di Nicola, e nonostante abbia già coniato in passato l’apposito termine di Pervasive Sharing per descrivere il fenomeno, spiego qui di seguito i motivi del mio compulsivo utilizzo di Twitter:
- Sono impegnato nella definizione clinica della psicopatologia del “leggone”, l’equivalente online del guardone, di cui il twitteratore costituisce perfetta incarnazione. Usando il metodo Stanislavsky, sono obbligato a rimanere in lettura, senza postare;
- Lo utilizzo per depistare i clienti in occasione di mostruosi ritardi di consegna: l’assenza di aggiornamenti li convince che sto lavorando a tempo pieno sul loro progetto;
- E’ un catalizzatore dell’assenza di attenzione: se c’è un punto fermo, è che a questo servizio non presterò mai attenzione. In questo senso è il modello ideale di servizio da contrapporre all’Information Overload;
- Mi serve come ambiente di preparazione e postparazione allo svolgimento del NoCamp
Sono tra l’altro lieto di annunciare la recente nascita del mio personale Tumblr: un aggregatore di citazioni esemplari dell’enorme grado di disinformazione insito nella nostra quotidiana rimediazione dei contenuti.
…e poi dicono che Twitter è inutile! 😀
…guarda quanto è riuscito a farmi ridere. 😛 😉
un paio di definizioni per il twitter che ho trovato su questo video, dove ne parla tra gli altri il famoso robert scoble
http://grasshopperfactory.com/cbc/small-boxes-25-twitter/
*blogging on crack*
*big brother you volunteer to*